Noi siamo i Borg. Sarete assimilati. Ogni resistenza è futile.

10 December 2012

Doha: il negoziatore si commuove


Una testimonianza da quelli che si troveranno a sperimentare per primi i danni del cambiamento climatico nella forma di innalzamento dei mari (e sta già succedendo). Il negoziatore delle Filippine si commuove mentre chiede di fare qualcosa, lo chiede non come negoziatore, ma come Filippino. 

Viene voglia di chiedere ai nostri negazionisti: ma quest'uomo, avreste lo stomaco di guardarlo in faccia e dirgli che il riscaldamento globale non è un problema?





Chiedo a tutti, per favore, non più ritardi, non più scuse. Per favore, fate che Doha sia ricordato come il luogo dove abbiamo trovato la volontà politica di cambiare le cose.

Il risultato del nostro lavoro non è quello che i nostri padroni politici vogliono. E' quello che ci chiedono sette miliardi di persone.

... chiedo a tutti, qui, se non noi, allora chi? Se non ora, allora quando? Se non qui, allora dove?



I appeal to all, please, no more delays, no more excuses. Please, let Doha be remembered as the place where we found the political will to turn things around… The outcome of our work is not about what our political masters want. It is about what is demanded of us by 7 billion people… I ask of all of us here, if not us, then who? If not now, then when? If not here, then where?”

1 comment:

  1. Chi? Nessuno!
    Quando? Mai!
    Dove? Forse in Paradiso.

    Beati i credenti che hanno sempre un'ultima spiaggia a cui appellarsi. Personalmente sono solo atterrito. Se lo scopo di Doha era quello di minimizzare e rinviare è riuscitò a metà: ok, sono riusciti a rinviare, ma come si fa a minimizzare dinnanzi allo sfacelo delle Filippine, alle tempeste su New York e allo scioglimento del polo Nord? L'effetto complessivo è agghiacciante. Sembra di vivere un film catastrofista di pessima qualità.

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